venerdì 4 luglio 2008

Alberto Barra (30X50)

"Sul muro di cinta della scuola tre manifesti rossi, tre esemplari identici incollati l’uno accanto all’altro. Un discorso stampato in caratteri piccolissimi ma con un titolo enorme: "Attenzione cittadini!", un genere di letteratura che nessuno legge mai, salvo di tanto in tanto un vecchio signore che si ferma, mette gli occhiali, decifra riga per riga, fino alla fine. Poi si fa un po’ indietro scuotendo la testa. Rimette gli occhiali nell’astuccio, rimette l’astuccio nel taschino e riprende il cammino con perplessità chiedendosi se l’essenziale non gli sia sfuggito.Ogni tanto infatti spicca, come un fanale illuminante, qualche parola a lui sospetta e la frase che questa parola illumina sembra per un istante nascondere molte cose o nessuna affatto.
Il meccanismo perfettamente oleato della vita continua, l’omino è già lontano…"

martedì 1 luglio 2008

L'origine celata (35X50)

Quella notte feci l'amore con Marta. Lo facemmo in una camera di un albergo vicino, col trasporto proprio degli adolescenti che scoprono l'estrema duttilità dei loro corpi.
Non scorsi nessun erotismo, in quel nostro primo incontro. Tutto era congelato dall'emozione. E poi, “Erotismo”! Cosa vuol dire? Quando sei lì, in camera con la donna di cui sei innamorato, nudo, anche lei nuda, cosa c'è da erotizzare? Tutto è già abbastanza erotizzato da sé! Aiutato dalla presenza del letto, del comodino, della tappezzeria, della luce soffusa dell'abat jour, mescolata, come olio nell'acqua, a quella diffusa del giorno che penetra fra gli intervalli regolari della persiana, e che dov'essa è tirata su, in una misera striscia, riporta confusamente sul letto piatto, sulle pareti a fiori, su screpolate labbra secche, i ricami curati delle tende. Un gioco luminoso di sfere stroboscopiche che riflettono il clangore intontito del sesso, dell'amore. Sei indeciso, allora. Fai ruotare gli occhi, stordito. Guardi quella donna e nel pensare di prenderla ti chiedi se per caso non stai rovinando qualcosa di prezioso, un'amicizia, un amore vero. E' lì che abbassi lo sguardo e ti ritrovi spento. Il tuo desiderio non è più sudore, ferocia erotica, orgasmo, seme e capelli in bocca, ma carezze, baci, tenerezza, lacrime e giuramenti. E non vorresti più essere un uomo, un uomo al quale le tradizioni orali e letterarie impongono di prendere quella creatura di una specie diversa, che ti guarda da quel letto, a gambe larghe, col muschio del suo sesso che per te, in quel momento, non è più veicolo di piacere, ma bellezza della natura, panorama marino, barriera corallina, covo di micromiceti, ma un figlio caro, adorato, che una madre ha ricercato costantemente, e vorresti sentire le sue mani non sul tuo sesso, in quell’istante volgare organo dissacratore, ma sui tuoi capelli, carezzevoli, solide, che ti proteggono dal mondo e alle quali, senti, puoi abbandonarti fiducioso.
Come tutto è più basso nel sesso!

("La prima volta che vidi Marta", Marco Aru)

domenica 29 giugno 2008

Intervista alla Pittrice

La pittrice genovese MariaPia Volpini intervistata durante la sua mostra tenuta a Santa Margherita Ligure

giovedì 26 giugno 2008

Rosso genovese (30X50)

Rosso,
come il sole la sera
che non ci vuole lasciare
nella nostra riviera
mentre insanguina il mare
come il rosso geranio
che da vita a un balcone
mentre cala la notte
grave come un mattone
i monti ti scrutano
se li guardi dal Porto
e nel cielo ricamano
un orizzonte contorto
l'azzurro scuro cattura
questo colore di festa
e regala emozioni
a chi va ed a chi resta
il mare ribolle
sotto quella Lanterna
che non ne vuole sapere
di apparire moderna
rinnegando il giorno
nel suo specchio traspare
tutto il "rosso tramonto"
che si è fatto prestare
anche doman passerà
fra mille rintocchi
poi il tramonto verrà
a colorarmi altre notti.
("Rosso genovese", Marco Aru)

mercoledì 25 giugno 2008

Marìo di Sprit (30X50)

"Il nostro attaccamento alla vita non si affievolisce perché invecchiamo e vediamo che i nostri amici invecchiano con noi e tanti muoiono, ma perché i ricordi si offuscano e nella nostra memoria non rimane nulla di cosciente che non sia lo squallido presente. Non si muore mai perché aumentano gli anni, ma perché diminuiscono i ricordi."
("La prima volta che vidi Marta", Marco Aru)

Il Tenore Mauro Volpini (40X60)


Inventi le mie forme,
Lo stile, è quello tuo…
Poso per ore davanti a te,
Mi dipingi di sole, anche se non c'è…
A un tratto, trovo me!
Inventi quei colori,
Le ombre su di me…
Poi chiudo gli occhi sul nome mio,
Quel che inventi son sogni, son sempre io…
Mi sento, dentro te!
Poi, mi scopro lì a volare il cielo su di me,
Mentre la mia mano cerca te…
Arrossisci un po’…
Ma non vuoi più mandarmi via.
Inventi, la poesia!
Inventi quella luce,
Ma sono gli occhi miei!
Mentre ti guardo io non so più,
Dove finisco io e cominci tu,
Il sogno, la realtà…
Ogni volta io rinasco nei pensieri tuoi,
Colorato e folle più che mai!
Arrossisci un po’…
Ma non vuoi più mandarmi via. …
Inventi, la poesia!
("Inventi", Renato Zero)

L'origine celata (35X50)

"Quant'è bella giovinezza
che si fugge tuttavia
chi vuol esser lieto sia
del doman non v'è certezza"
(Lorenzo il Magnifico)